IISS Alessandro Volta

Documenti CIC

di Redazione

Documenti CIC

CENTRO DI INFORMAZIONE E CONSULENZA
C.I.C.

 

  1. Motivazione/legittimazione
  2. Natura e funzioni del Centro di Informazione e Consulenza / Identità e ruolo degli operatori: alcuni riferimenti normativi.

 

  • Articolo 106 (commi 1 e 2) del T.U. approvato con D.P.R. 309/90
  • Circolare ministeriale n. 66 del 14 marzo 1991
  • Circolare ministeriale n. 47 del 20 febbraio 1992
  • Circolare ministeriale n. 362 del 22 dicembre 1992

    3.  Come nascono i C.I.C.

  • Destinatari
  • Obiettivi
  • Consulenza
  • Contenuti dell’informazione e formazione
  • Metodologia
  • Staff
  • Orari e accesso

 

 

Motivazione/legittimazione

L’art. 106 del T.U. di leggi approvato con D.P.R. 309/90 prevede che i Provveditori agli Studi, d’intesa con i Consigli d’Istituto e con i servizi pubblici per l’assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti, istituiscano centri d’informazione e consulenza rivolti agli studenti all’interno delle scuole secondarie superiori. E’ indubbio che l’istituzione di questi centri rappresenta un’innovazione di non semplice e facile attuazione, ma essa può rappresentare, se si coglie tale novità in tutta la sua portata, l’occasione per offrire ai giovani un servizio che si vuol caratterizzare soprattutto come “SPAZIO DI ASCOLTO”, come “AREA DI ANIMAZIONE”, come “MOMENTO DI PROGETTUALITA’ COMUNE”, come “RISORSA DI SOSTEGNO/SUPPORTO” per i giovani nell’ambito della scuola allo scopo di migliorare la qualità della vita che giovani e adulti conducono nell’istituto scolastico. (cfr. Progetto presentato dal M.P.I. alla presidenza del Consiglio dei Ministri nell’anno 1992).

“L’idea generale sottesa a questo complesso di norme si può riassumere nel modo seguente: la scuola non può perseguire i suoi fini istituzionali d’istruzione e di promozione dell’apprendimento, per rendere effettivo il diritto allo studio, senza farsi carico, per la sua parte, della “rimozione degli ostacoli” che compromettono più o meno gravemente il raggiungimento di tali fini. (…)
L’impegno di rimozione che la scuola deve affrontare, perché istituzione di questa Repubblica, implica la necessità di lavorare non solo con i contenuti disciplinari e con le didattiche specifiche, ma anche con i processi, con le relazioni, con i significati, con le motivazioni da cui dipendono il successo o l’insuccesso scolastico, la gioia, la tristezza, la voglia di vivere e di lavorare o la rinuncia, la disistima di sì, il rifiuto più o meno rendo comprensibile della vita, nelle forme dell’uso di droga, della fuga da casa, della noia, della devianza, della delinquenza, della violenza e del suicidio.
Il diritto allo studio acquista perciò sempre più il carattere di diritto alla buona qualità della vita scolastica, condizione indispensabile per l’efficacia e l’efficienza del servizio offerto.
Tutto questo comporta la rifinalizzazione e per certi aspetti l’arricchimento delle risorse tradizionali di cui dispone la scuola, nonché il potenziamento delle sue specifiche competenze mediante l’attivazione di nuove intese e nuove sinergie con istituzioni e con risorse esterne alla scuola stessa, in vista della promozione di esperienze formative efficaci, sia sul piano della lotta all’insuccesso scolastico, sia sul piano della valorizzazione dei talenti.” (C.M. n. 362 del 22/12/1992)

 

 

Natura e funzioni del Centro di Informazione e Consulenza /Identità e ruolo degli operatori: alcuni riferimenti normativi.

 a) Articolo 106 (commi 1 e 2) del T.U. approvato con D.P.R. 309/90

  1. I provveditori agli studi, d’intesa con i consigli d’istituto e con i servizi pubblici per l’assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti, istituiscono centri d’informazione e consulenza rivolti agli studenti all’interno delle scuole secondarie superiori.
  2. I centri possono realizzare progetti d’attività informativa e di consulenza concordati dagli organi collegiali della scuola con i servizi pubblici e con gli enti ausiliari presenti sul territorio. Le informazioni e le consulenze sono erogate nell’assoluto rispetto dell’anonimato di chi si rivolge al servizio”.

 

b) Circolare ministeriale n. 66 del 14 marzo 1991

“…E’ indubbio che l’istituzione dei centri rappresenta una novità di non semplice e facile attuazione, ma essa può rappresentare (se si coglie tale novità in tutta la sua portata) un’occasione di creare per i giovani un servizio che si configuri come centro di ascolto dei loro bisogni, dei loro problemi.
Per il centro, infatti, possono individuarsi due funzioni fondamentali:

  • Offerta di informazione agli studenti in grado di soddisfare in forma qualitativamente valida alcuni loro bisogni: informazioni legate a diversi problemi e interessi (problemi personali, richieste di informazioni sanitarie, problemi giuridici, richieste di informazioni di vario tipo riguardanti aspetti associativi e impiego del tempo libero, ecc.);
  • Offerta di consulenza in grado di accogliere e saper accogliere richieste di studenti in difficoltà e/o desiderosi di un orientamento nei propri problemi psicologici e sociali.

Tali funzioni postulano una configurazione del centro non come servizio isolato ed avulso da tutto il contesto scolastico, ma come momento di sintesi a cui concorrono momenti di diversi soggetti e competenze (dagli insegnanti al personale specialistico dei servizi socio-sanitari o degli enti ausiliari presenti sul territorio.). Non a caso, infatti, la legge prevede la possibilità di realizzare progetti di attività informativa e di consulenza concordati dagli organi collegiali della scuola con i servizi pubblici e con gli enti ausiliari presenti sul territorio.

E’ importante, perciò, che siano previsti incontri periodici tra insegnanti ed operatori sociosanitari per discutere sulla tipologia da adottare in relazione alle richieste formulate dagli studenti, in maniera da poter reperire, elaborare, mettere a disposizione dei giovani, informazioni e consulenze (che devono essere “erogate” nell’assoluto rispetto dell’anonimato di chi si rivolge al servizio), saper comprendere i loro problemi, individuando competenze e professionalità atte a soddisfare tali esigenze.
E’ pertanto indispensabile una proficua collaborazione tra organi collegiali della scuola e servizi pubblici, caratterizzata da un forte spirito costruttivo perché un tale servizio possa svolgere la delicata funzione ad esso affidata.”

c) Circolare ministeriale n. 47 del 20 febbraio 1992

“…Ad integrazione di quanto previsto dalla C.M. 66/199 si forniscono ulteriori indicazioni in merito alla natura, alla struttura e alle modalità di funzionamento di questi centri.
Le difficoltà incontrate dalle province che ne hanno progettato l’istituzione mettono in luce la complessità di un’innovazione che presenta diverse possibilità di lettura e di sviluppo. C’è, anzitutto, un nucleo minimo di servizi di cui la legge prevede l’attivazione, quali le funzioni d’informazione e d’ascolto, che presuppongono personale qualificato e colloqui individuali con gli studenti che ne facciano richiesta.
Se si considera l’iniziativa alla luce della prospettiva generale dell’educazione alla salute e della creazione di quel clima stimolante e solidale a cui sopra si È accennato, questo Centro può essere visto come uno spazio polifunzionale, che consenta a studenti e docenti un colloquio informale e che preveda la possibilità di un incremento progressivo di strutture e funzioni, in rapporto ai bisogni individuati e alle iniziative che si decida di intraprendere.

Importante risulta, perciò, disporre di almeno un’aula attrezzata, che sia un punto di riferimento per lo svolgimento delle attività del Centro.

Non si tratta di limitarsi ad un’attuazione puramente formale della legge, ma di garantire che il Centro sia effettivamente utile e vitale.

Le funzioni del Centro riguardano: l’ascolto e l’aiuto ai singoli studenti per affrontare particolari difficoltà; la ricognizione dei bisogni, delle disponibilità e delle risorse presenti nel mondo studentesco; la ricognizione delle risorse presenti sul territorio; la facilitazione dei momenti di elaborazione e di progettazione dei giovani.

Il Centro si qualifica, allora, non solo come spazio d’ascolto e d’informazione, ma anche come spazio d’animazione, di confronto, di progettazione, allo scopo di migliorare la comunicazione interna, di motivare all’iniziativa e di accrescere la fiducia e la solidarietà nell’ambito dell’istituto.
Per quanto riguarda la struttura, in questa fase iniziale non sembra opportuno legarsi a formule organizzative rigide. In ogni caso il Centro attuerà le più opportune forme di collaborazione interistituzionale e avvierà l’elaborazione di schemi progettuali concordati dagli organi collegiali della scuola con i servizi pubblici e con gli Enti ausiliari presenti sul territorio.”

d) Circolare ministeriale n. 362 del 22 dicembre 1992

“…La funzione dei centri, anche sulla base delle prime esperienze di cui si ha notizia, appare così descrivibile:

  • offerta di informazioni agli studenti mirata a soddisfare bisogni relativi a diversi problemi ed interessi (problemi relazionali nella scuola, progettazione di iniziative culturali, sportive, ricreative, organizzazione di modalità di accoglienza per i compagni più giovani, di informazioni per la soluzione di problemi personali; informazioni relative alla carriera scolastica, al mondo del lavoro, alle opportunità offerte da norme, istituzioni, agenzie pubbliche e private, italiane ed estere);
  • Offerta di consulenza in grado di recepire richieste di studenti in difficoltà o, comunque, desiderosi di un orientamento per la soluzione di problemi di natura psicologica e sociale.

Per lo svolgimento di tali funzioni, che configurano il centro come spazio in cui viene erogato un servizio, che opera sul piano delle relazioni interpersonali, avvalendosi di strumenti propriamente culturali, si rende necessario assicurare alcune condizioni  attività riguardanti:

  • L’individuazione di una struttura di riferimento (aula attrezzata);
  • Modalità e canali per far conoscere il Centro nella scuola;
  • Definizione degli orari, delle modalità operative, dei supporti informativi e di documentazione forniti agli studenti e procedure per l’utilizzo;
  • Forme di coordinamento del Centro;
  • Criteri per intese tra singolo istituto e servizi territoriali;
  • possibile aggregazione di più istituti scolastici nel caso in cui una scuola si configuri come polo rispetto al territorio.

Si auspicano forme di collaborazione con enti e associazioni che abbiano provata esperienza e competenze nel campo delle problematiche giovanili; e si ricorda che la consulenza psicologica è bene che venga offerta da persone diverse dagli insegnanti della scuola, per evitare confusioni di ruoli”.

 

Come nascono i “C.I.C”

I CIC (Centri d’informazione e consulenza) istituiti dalla Legge del 6 giugno 1990, n. 162, art. 26, comma 1, costituiscono un servizio di “attività informativa e di consulenza concordata dagli organi collegiali della scuola con i servizi pubblici e con gli enti ausiliari presenti sul territorio”.
Tale definizione evidenzia immediatamente le finalità del CIC: l’informazione e la consulenza.
I promotori dei CIC sono gli organi collegiali della scuola (per cui anche gli stessi studenti attraverso i loro rappresentanti), gli operatori dei servizi pubblici (Servizi per le tossicodipendenze, Consultori adolescenti, Distretti socio-sanitari di base, ecc.) e gli operatori di associazioni, cooperative, agenzie culturali e del tempo libero presenti sul territorio.
 

Destinatari

 Il CIC è rivolto principalmente agli studenti.
Sono tuttavia attivabili, su richiesta specifica, consulenze sia a genitori che ad insegnanti.

 

 Obiettivi

 Il CIC persegue scopi specifici di informazione e consulenza:
Informazione:
· fornire notizie ed informazioni nell’ambito dell’educazione alla salute e della prevenzione;
· fornire informazioni e strumenti per un mirato ed adeguato orientamento scolastico e professionale.
· fornire informazioni relativamente ai servizi pubblici e privati.
· promuovere e supportare la progettazione e la realizzazione di momenti culturali e ricreativi.

 

Consulenza


Lo strumento principale di consulenza è il “counselling”. Esso consiste in uno o più colloqui che hanno lo scopo di facilitare e migliorare la conoscenza di sé, l’autoesplorazione e la consapevolizzazione dei propri bisogni e desideri, delle proprie capacità e possibilità al fine di poter affrontare ed assumere scelte critiche, autonome e responsabili per migliorare la qualità della propria vita e favorire lo sviluppo individuale.
Inoltre la consulenza ha come obiettivi:
– affrontare, contenere e rielaborare le problematiche e le difficoltà relazionali tipiche ed emergenti nella specifica fase evolutiva dell’adolescente;
– favorire l’inserimento, la socializzazione e l’integrazione all’ interno del gruppo classe e dell’istituto scolastico;
– prevenire le difficoltà e l’abbandono scolastico;
– individuare, rilevare, prevenire e monitorare i bisogni ed il disagio della popolazione scolastica e progettare ed avviare iniziative di formazione e di orientamento ed intervento sia all’interno che all’esterno dell’istituto, adeguate e correttamente integrate con le realtà territoriali.

 

Contenuti dell’informazione e formazione

  •  L’adolescenza e le sue dimensioni fisico-psichiche e relazionali (bisogni, desideri, potenzialità e capacità, problemi e difficoltà, limiti e risorse individuali e gruppali);
  • le dinamiche relazionali (la solitudine, il gruppo dei pari, il gruppo classe, la coppia, gli insegnanti, i genitori, la famiglia);
  • la prevenzione e l’educazione alla salute, il disagio, la devianza, i fattori di rischio e i fattori protettivi;
  • L’educazione affettiva e l’educazione sessuale;
  • La prevenzione dei comportamenti a rischio: le malattie a trasmissione sessuale, l’AIDS, i disturbi del comportamento alimentare, il suicidio, la tossicodipendenza e l’alcoolismo.
  • l’orientamento scolastico e professionale; il tempo libero e le attività ricreative;
  • L’organizzazione scolastica; il territorio e le sue risorse.

 

Metodologia

  • Counselling (“vis a vis” e telefonico)
  • lavoro di gruppo (conduzione, tecniche di gruppo e animative, role playing,ecc);
  • Rilevazione dati e documentazione (questionari, elaborazioni statistiche, ecc.)

    Staff

  • Lo staff stabile del CIC agisce in un’ottica d’integrazione tra scuola e servizi ed agenzie territoriali:
    Lo staff del CIC che progetta e valuta le attività annuali è composto dagli insegnanti referenti (Gruppo di lavoro per l’Educazione alla Salute, tutors, genitori e studenti) e dal personale del Ser.T..

    Orario e accesso

  •  Il counselling è operativo sia in orario scolastico (in accordo con preside ed insegnanti) che pomeridiano; dal lunedì al venerdì su appuntamento diretto o telefonico.
  • Le attività di gruppo per gli studenti sono realizzate in orario scolastico secondo il calendario, gli orari e le modalità concordate di volta in volta con il personale docente e gli studenti.
  • Segreto professionale e anonimato
  • L’accesso al counselling è libero e gratuito. Sono assolutamente garantiti la riservatezza, il segreto professionale e l’anonimato.
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